Alla fine del 2017 scrivevo che l’impresa di gelateria ha consumi di energia elettrica molto elevati e la quota energia rappresentava circa il 25/35% della bolletta totale. Oggi però, non è più così, i continui aumenti del prezzo della componente energia hanno di fatto cambiato questa proporzione finendo per rappresentare l’80% del totale (imposte escluse). In questo articolo cercherò di analizzare il mercato a livello macro vista la carenza di informazioni veritiere.
Qui, l’esempio della composizione di una “bolletta” elettrica del consumatore tipo con contratto di maggio tutela.
Qui, l’esempio del prezzo dell’energia elettrica per un consumatore con contratto a maggiore tutela.
Le imprese (attività di gelateria) più colpite hanno contratti di Servizio a Tutela Graduale le cui condizioni economiche sono dettate dall’Autorità di regolazione per Energia Reti e Ambiente (ARERA) tuttavia, anche coloro che hanno beneficiato negli ultimi due anni delle tariffe ribassate legate al PUN (Prezzo Unico Nazionale) si trovano nella stessa situazione; anzi, queste stanno peggio perché gli operatori indipendenti del mercato libero possono cambiare la tariffa unilateralmente previo avviso di 90 giorni.
Negli ultimi mesi le imprese di ristorazione sono state duramente fiaccate dall’aumento dei prezzi delle materie prime poi, la mancanza di personale ed oggi l’aggravio delle tariffe dell’energia elettrica. Vista l’assenza di associazioni di categorie “serie” o di altri strenui difensori (tipo il duo Don Chisciotte e Sancho Panza) vedrò di analizzare la massa di informazioni ma soprattutto di disinformazione che circola.
I mezzi di informazione “main stream” scrivono che è la guerra russo-ucraina anzi no, ultimamente, è l’aumento del consumo di gas da parte del continente asiatico, non solo la Cina, che ha fatto schizzare in alto le tariffe dell’energia elettrica in Italia; il motivo è che le imprese produttrici di energia elettrica vendono l’elettricità ad un prezzo che riflette l’incremento del prezzo spot del gas. Stesso ragionamento per le fonti di energia rinnovabile, i produttori fruiscono dell’incremento del prezzo di mercato ma non subiscono i costi dell’incremento del gas: ci troviamo di fronte quindi a produttori di energia elettrica che comprando il gas con contratti a lungo termine (l’80 per cento delle importazioni totali di gas nel nostro paese) lucrano tantissimo perchè la tariffa tiene conto del prezzo di mercato del gas (spot).
Consultando l’ultima relazione annuale di ARERA ecco il mercato internazionale del gas naturale negli ultimi quattro anni.
Domanda gas naturale
Dopo la temporanea riduzione del 2020 (-1,8%), causata dalla pandemia e dal calo delle attività economiche, il 2021 ha visto un’importante ripresa dei consumi di gas a livello globale, che hanno segnato un rialzo del +4,5%, superando così i livelli pre-Covid e la soglia dei 4.000 G (m3 ). L’aumento della domanda è conseguenza della ripresa dei consumi dell’industria e della produzione elettrica, nonché delle condizioni metereologiche che nella prima parte dell’anno hanno determinato un maggiore fabbisogno per riscaldamento. Su base annua, l’aumento è stato trainato soprattutto dai consumi asiatici (+8,7% l’Eurasia e +6,4% l’Asia del Pacifico) e in particolare dalla “fame energetica” della Cina (+12%) dovuta al rimbalzo della sua economia e ai crescenti impieghi del metano nei vari usi. Molto significativa anche la crescita della domanda in Russia (+10,9%), mentre risultano sostanzialmente stabili gli impieghi negli Stati Uniti.
Offerta gas naturale
Nel 2021 la produzione mondiale è aumentata del 4,5%, crescendo in tutte le aree considerate tranne che in Europa (-3,3%) e nell’Unione europea, in particolare.
Appare chiaro che la causa non possa essere, esclusivamente, l’aumento della domanda del continente asiatico in quanto domanda ed offerta quasi si equivalgono nel 2021.
A parer mio sembra, invece, che il problema, in Italia, sia costituito dal sistema di calcolo della tariffa da parte di ARERA.
In particolare, le finalità di promozione dell’efficienza inducono a ritenere che non sia opportuno trasferire nella determinazione delle tariffe la dinamica degli effettivi costi di approvvigionamento del gas naturale e delle altre fonti impiegate, ma piuttosto tener conto dell’andamento dei costi dei combustibili fossili sui mercati nazionale ed internazionale (legge n. 481 del 14 novembre 1995).
Sarebbe forse, auspicabile introdurre un adeguamento delle tariffe col metodo del price-cap?
L’ARERA ha comunicato, venerdì 29 luglio, la correzione del calcolo della tariffa che scatterà il prossimo 1° ottobre. In sostanza, il costo della materia prima nella fattura gas sarà determinato in modo diverso da come avviene attualmente e non più trimestralmente ma mensilmente.
Il nuovo metodo di aggiornamento facilita il reperimento dei volumi necessari per soddisfare la domanda, grazie alla riduzione dei rischi oggi legati alle differenze tra le quotazioni “forward” utilizzate per l’attuale aggiornamento di tutela e il prezzo “spot” a cui è possibile approvvigionare la parte di consumi non prevedibile in vista dell’inverno.
Osserviamo ora il mercato dell’energia elettrico nell’area euro.
Passando al confronto tra i prezzi italiani e quelli dei principali paesi europei, nel 2021 la Germania ha i prezzi dell’energia elettrica più alti per il comparto domestico. Restano sempre più bassi di quelli italiani, invece, i prezzi della Francia.
Offerta di energia elettrica
Nel 2021 la produzione nazionale lorda di energia elettrica in Italia è stata pari a 286.900 GWh.
La crescita si è avuta, in particolare, nella produzione termoelettrica (5,2%), grazie soprattutto alla maggiore produzione da gas naturale e a quella da combustibili solidi. Un calo del 18,4% si è avuto, invece, nella termoelettrica da altre fonti. La produzione da fonti rinnovabili è risultata, invece, in diminuzione (-1,9%); la produzione da bioenergie, idroelettrico e geotermico è diminuita rispettivamente del 6,9%, del 5,9% e del 2,1%, mentre è aumentata considerevolmente la produzione da eolico (10,8%). È rimasta pressoché invariata la produzione fotovoltaica con un aumento dello 0,4%.
Interessante anche notare l’energia elettrica importata (42.800 GWh, circa il 15% rispetto a quella prodotta) e da quali Paesi (più dalla Svizzera che dalla Francia).
In un contesto globale di forte rialzo delle quotazioni dei combustibili, anche le quotazioni dell’energia elettrica negli altri paesi europei hanno segnato incrementi senza precedenti, arrivando a triplicare quelle del 2020. Dopo il minimo storico del 2020 (38,92 €/MWh), il prezzo medio annuale di acquisto dell’energia elettrica (PUN) nel 2021 ha raggiunto il livello record di 125,46 €/MWh, in netto rialzo rispetto al 2020 (+222%) e in linea con le quotazioni delle principali borse elettriche europee. L’aumento è stato sostenuto, oltre che dalla ripresa della domanda elettrica, dalla progressione dei costi di generazione termoelettrica, alimentati da quotazioni record del gas naturale, del carbone e della CO2.
Qui, il grafico dei volumi scambiati nel Mercato Infragiornaliero (MI), in concomitanza con il forte rincaro registrato dai prezzi del gas naturale e della CO2.
Attenzione quindi a cambiare fornitore di energia elettrica perchè per utenze medio-grandi, nel nuovo contratto, potrebbero essere richieste cauzioni o, addirittura, fideiussioni.
Sono questi i momenti in cui val la pena approfondire con una diagnosi energetica degli impianti elettrici che spesso sono causa di “dispersione” (energia reattiva, ad esempio) a monte: il quadro elettrico, il dimensionamento dei cavi, ecc.
Sicuramente il miglior risparmio, in ottica di sostenibilità, è quello di verificare la differenza tra costi e ricavi giornalieri così da ridurre l’orario di apertura ma anche i giorni, magari concentrandosi nel fine settimana tuttavia, dipenderà sempre dal proprio mercato, dalla posizione, dal tipo di clientela, ecc.
Attenzione a non spegnere luci (risparmio irrisorio se l’illuminazione è a led) e climatizzazione (al più attenzione a tenere le porte chiuse), i macchinari consumano di più in ambiente con temperature elevate ed anche le macchine raffreddate ad acqua quando questa è superiore ai 19°C.
Infine, ricordo che nel Decreto Sostegni Bis del governo, alle imprese dotate di contatori di energia elettrica di potenza disponibile pari o superiore a 16,5 kW, diverse dalle imprese a forte consumo di energia elettrica di cui al decreto del Ministro dello sviluppo economico 21 dicembre 2017, della cui adozione è stata data comunicazione nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana n. 300 del 27 dicembre 2017, è riconosciuto, a parziale compensazione dei maggiori oneri effettivamente sostenuti per l’acquisto della componente energia, un contributo straordinario, sotto forma di credito di imposta, pari al 15 per cento della spesa sostenuta per l’acquisto della componente energetica, effettivamente utilizzata nel terzo trimestre dell’anno 2022, comprovato mediante le relative fatture d’acquisto, qualora il prezzo della stessa, calcolato sulla base della media riferita al secondo trimestre 2022, al netto delle imposte e degli eventuali sussidi, abbia subito un incremento del costo per kWh superiore al 30 per cento del corrispondente prezzo medio riferito al medesimo trimestre dell’anno 2019.